martedì 6 novembre 2007

Nils Liedholm

Ieri sera si è spento all'eta di 85 anni "il Barone" Nils Liedholm. Nato a Valdemarsvik (Svezia), l'8 ottobre 1922, dal 1942 al 1949 vive da protagonista sette edizioni del campionato svedese di calcio, vincendo due scudetti. Poi, passa al Milan, dove milita per ben dodici stagioni, fino al 1961, formando assieme a Nordhal e Gren il trio leggendario Gre-No-Li. In maglia rossonera colleziona ben 359 presenze in partite ufficiali segnando 81 gol e vincendo 4 Scudetti e 2 Coppe Latina. Con la sua nazionale, la Svezia, vince la medaglia d'oro alle Olimpiadi del 1948 e la medaglia d'argento ai Mondiali 1958. Nel 1963 il Barone diventa allenatore, guidando il Milan (dal 1963 al 1966, dal 1977 al 1979, dal 1984 al 1987, per un totale di 280 panchine) e Roma a più riprese oltre a Verona, Monza, Varese e Fiorentina. Il bilancio è di 2 scudetti, uno rossonero (quello della stella) e uno giallorosso. E' stato il primo allenatore ad applicare la marcatura a zona in Italia. E' considerato il giocatore svedese più forte di tutti i tempi (nella foto è riportato il francobollo svedese dedicato al "Barone").

Per ricordare l'ironia di cui era dotato e che lo rese uno dei personaggi più amati dai tifosi, ho deciso di riproporre alcuni dei siparietti di cui è stato protagonista. Il primo riguarda un fatto accaduto nel lontano gennaio 1985, quando sedeva sulla panchina dei rossoneri. Il Milan è a Roma per giocare contro la Lazio, ma poco prima di scendere in campo, con le distinte ufficiali delle formazioni già pronte, la partita è rinviata al giorno successivo a causa di una nevicata che ha reso il campo impraticale. Il giorno dopo tutta la squadra rossonera è convinta che l'allenatore riproponga la formazione del giorno prima. Ed è quello che sostanzialmente accade, ma c'è una novità: Virdis al posto di Incoccciati. Incocciati si azzarda a chiedere spiegazioni, "Mister ma perchè ieri ero in formazione e oggi no?!". "Ecco appunto - la risposta - tu già iocato ieri, oggi ioca Pietro che è più riposato... (fonte sito ufficiale dell'AC Milan).
Un altro siparietto curioso accade durante un'intervista in cui a un giornalista che gli chiede quale fosse stata la sua migliore partita giocata, il Barone risponde: "La miglior partita è stata la finale del '58 contro il Brasile".
"Ma signor Liedholm - ribatte il giornalista stupito - avete perso 5 a 2!". "Sì, ma io sono uscito sull'1 a 0 per noi".

Addio Nils, ci mancherai!!


lunedì 5 novembre 2007

La classifica delle 10 migliori esultanze nel calcio

L'adrenalina che scorre in corpo e il rumore della folla seduta sugli spalti, può spingere i calciatori a esultare in maniera molto divertente subito dopo che la palla è finita in rete. Per questo motivo il tabloid britannico "The Sun" ha cercato di stilare una classifica delle dieci migliori esultanze di sempre nella storia del calcio. Sul gradino più alto del podio è finita quella di Paul Gascogne che, dopo un goal alla Scozia agli Europei del 2006, ha mimato una bevuta con l'aiuto di Teddy Sheringham(vedi foto a sinistra). Al secondo posto ha piazzato l'esultanza di un altro calciatore terribile della Premier League, Eric Cantona, che nella stagione 96/97, dopo un bel gol in pallonetto al Sunderland rivolse uno sguardo suberbo alle tribune. Sul terzo gradino del podio sale la celebre e tanto cara agli italiani corsa con urlo di Marco Tardelli dopo il goal del due a zero alla Germania nella finale dei Mondiali del 1982 (vedi foto in alto a destra). Sempre tra le prime dieci esultanze troviamo poi quella di Craig Bellamy che mima un colpo di golf dopo una rete al Barcellona al Camp Nou, quella "robotica" di Peter Crouch, quella dell'ex bomber nerazzurro Jurgen Klinsmann che quando segnava era solito tuffarsi come in una piscina, quella del leggendario attacante camerunense Roger Milla che era solito fare un balletto attorno alla bandierina e quella dello sconosciuto giocatore argentino del Fulham, Facundo Sava, che indossava una maschera di Zorro.

Se vuoi vedere la classifica completa e la slideshow, clicca qui.

venerdì 2 novembre 2007

Vezzali, Granbassi e Trillini: il podio è ancora tutto azzurro.

Al Mondiali di scherma di San Pietroburgo del 2007, lo squadrone italiano del fioretto femminile ha compiuto un'altra incredibile impresa tingendo d'azzurro tutti e tre i gradini del podio come aveva fatto un'anno prima a Torino 2006. Rispetto a Torino è cambiato solo l'ordine del podio: oro a Valentina Vezzali, argento a Margherita Granbassi e bronzo per Giovanna Trillini (assieme all'ungherese Aida Mohamed; al Mondiale di scherma il bronzo viene assegnato a pari merito a entrambe gli atleti sconfitti in semifinale dal momento che la finale per il terzo e quarto posto non viene disputata).
Vincendo in finale contro la Granbassi per 11 stoccate a 8, la Vezzali ha così vinto il suo quinto titolo iridato, un’impresa riuscita solo a due uomini: il fiorettista bielorusso Romankov negli Anni ‘70 e il siberiano Podzniakov nella sciabola.
Il bronzo è, invece, andato all'eterna Giovanna Trillini che dopo ben 21 anni dal suo debutto nelle competizioni internazionali, ha dimostrato di essere ancora tra le migliori fiorettiste del mondo. Si è così confermata la tradizione vincente della scherma italiana.